martedì 11 marzo 2003

Terranova in uscita, arriva Campagna

Repubblica — 12 marzo 2003   pagina 4   sezione: PALERMO

La corsa a Palazzo Comitini e poi il responso delle urne serviranno a Diego Cammarata per decidere se completare e in che modo il rimpasto della giunta comunale. Lo stato dell' arte offre una lista di tredici assessori. Il quattordicesimo dovrebbe essere Filippo Cangemi, esponente di An vicino alla "Destra sociale". Cammarata ha parlato di lui con Italo Bocchino, responsabile nazionale del partito di Fini per gli enti locali. In primo piano, manco a dirlo, la polemica - innescata da Cangemi con un' intervista a "Repubblica" - sulle deleghe «deboli» lasciate da Bartolo Sammartino e in procinto di finire a Cangemi qualora entrasse in giunta. Bocchino ha chiesto a Cammarata di fare la sua proposta (di deleghe): se Cangemi non dovesse accettare, allora non sarebbe più un problema del sindaco. Ma il vero problema è che Cammarata nicchia ancora, lasciando alla "Destra sociale" lo spazio per lanciare il sospetto di un' azione di disturbo orchestrata dal presidente dell' Ars, Guido Lo Porto, che punterebbe a far arrivare in giunta, al posto di Cangemi, Stefano Santoro, consigliere comunale e delfino di Enzo Fragalà. Sulla scia delle consultazioni provinciali, in giunta potrebbero avvenire altri spostamenti che riguardano direttamente il partito del sindaco. L' assessore alle Attività produttive, Giacomo Terranova, coordinatore provinciale di Forza Italia, fama di ottimo mediatore, potrebbe lasciare la squadra di Cammarata per finire all' Ente Fiera al posto di Stapino Greco, con il proposito e possibilmente i fondi necessari per rinnovare la struttura. Terranova resterebbe al vertice provinciale del partito e anzi dovrebbe rafforzare il suo ruolo «politico» anche per continuare a coltivare il sogno, mai nascosto, di finire un giorno non troppo lontano al Parlamento nazionale. Stapino Greco, invece, farebbe subito ingresso all' Assemblea regionale, prendendo il posto di Francesco Cascio, sempre che questi accetti la candidatura a presidente della Provincia e soprattutto venga eletto. Nella giunta comunale potrebbe trovare spazio anche Alberto Campagna, capogruppo forzista a Sala delle Lapidi. Per lui sarebbe pronta la delega a Ville e giardini che Cammarata per ora tiene per sé. Non è una carica di grande peso, ma permette di coordinare settecento dipendenti e, sussurra un assessore di lungo corso, «garantisce tante belle figure sui giornali: considerata la scarsa gravità dei problemi da affrontare, li puoi risolvere sempre con grande tempismo». Infine si annunciano spostamenti anche fra i dirigenti. Dopo la nomina di Maurizio Pedicone a capo dei vigili urbani, Ennio Milazzo - già assessore musottiano - dovrebbe lasciare l' attuale incarico che lo vede al fianco del direttore generale Gaetano Lo Cicero per tornare all' ufficio società miste, dove lavorerà con il nuovo vicesindaco Dario Falzone. - m. l

sabato 8 marzo 2003

Cammarata a muso duro 'Sulle deleghe decido io'

Repubblica — 09 marzo 2003   pagina 2   sezione: PALERMO

Ancora scintille tra il sindaco Diego Cammarata e gli uomini di Alleanza nazionale. Dopo la crisi lampo seguita al siluramento di Bartolo Sammartino da assessore alla Cultura e dopo il no di quest' ultimo alla delega per la Polizia municipale, svuotata di poteri, ora lo scontro a distanza è con Filippo Cangemi, in pole position per la sostituzione di Sammartino nella giunta di Palazzo delle Aquile. Intervistato ieri da "Repubblica", Cangemi aveva detto: «Se, una volta chiamato da Cammarata, il sindaco non dovesse procedere a un rimpasto di giunta assicurandomi deleghe che abbiano un minimo di responsabilità, preferirei restare a casa». Dura la replica di Cammarata: «La mia interlocuzione politica è sempre avvenuta, e così continua a essere, con i vertici regionali e provinciali di Alleanza nazionale. Le deleghe sono attribuite dal sindaco e al riguardo non ho mai accettato, né intendo farlo, condizionamenti o diktat di sorta». Cammarata spiega di avere «sempre inteso il lavoro della giunta come animato da un comune sentimento del fare e da un impegno condiviso ad affrontare e risolvere i problemi». E a Cangemi fa capire che nessuno è indispensabile: «Ogni diverso approccio all' amministrazione della cosa pubblica non rientra nella mia ipotesi di governo». Alleanza nazionale, alle prese con una forte contrapposizione interna tra le correnti, per ora non risponde. Ma in mattinata il neo-commissario provinciale, Giampiero Cannella, aveva lanciato un messaggio di concordia. Per il successore di Marzio Tricoli, An dovrebbe essere «un partito proiettato all' esterno, che non perda tempo nelle inutili polemiche interne, slanciato con passione verso il futuro».

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