venerdì 13 giugno 2003

Musotto amplia la squadra per soddisfare tutto il Polo

Repubblica — 14 giugno 2003   pagina 2   sezione: PALERMO

Prima ha ampliato la sua squadra per soddisfare le mille anime del Polo. Man mano che le ore passavano, il numero degli assessori lievitava da otto fino a quindici. Alla fine, per uscire dall' impasse e, come dicono i suoi fedelissimi, per porre un termine perentorio a scontri fratricidi che rischiavano di durare all' infinito, il presidente della Provincia Francesco Musotto ha fissato per oggi alle 11 a Palazzo Comitini la conferenza stampa di presentazione della sua squadra di assessori. I problemi maggiori hanno interessato Forza Italia e l' Udc. I forzisti hanno dovuto fare fronte ai malumori della base, cioè di quei consiglieri comunali che hanno portato voti al partito ma sono stati messi da parte nella trattativa di Palazzo Comitini. Quando, a tarda sera, la trattativa era ancora apertissima, i nomi più gettonati erano quelli di Bruno La Menza (attualmente nel Consiglio di amministrazione dell' Amat), molto vicino a Carlo Vizzini, Enzo Gargano (ex Cdu), Marcello Caruso (attuale consigliere comunale, fedelissimo di Renato Schifani) e Salvatore Glorioso, che aveva già ricevuto una nomination ai tempi della composizione della giunta Cammarata e che è sostenuto dal ministro Enrico La Loggia. Eugenio Randi, che ha ricoperto in Forza Italia la carica di responsabile degli Enti locali, è pure lui fra i candidati a fare l' assessore, anche se non è escluso che a sorpresa possa finire in un altro esecutivo: quello di Palazzo delle Aquile. Nell' Udc, quando Musotto ha aperto ieri la trattativa, la rosa dei papabili comprendeva Aristide Tamajo, Gandolfo Mirante, Giampiero Cangelosi (in quota Sergio D' Antoni) e Ninni Pisano. Sicuro, salvo colpi di scena notturni, Giovanni Mammana, fra i cinque assessori designati dal presidente della Provincia durante la campagna elettorale. Sempre fra i sicuri, Pino Colca sarà l' assessore del Patto per la Sicilia (lascerà il seggio in Consiglio provinciale appena conquistato a Nino D' Amico, primo dei non eletti) e Alberto Acierno entrerà nell' esecutivo di Palazzo Comitini quale rappresentante di Nuova Sicilia. Tutto chiaro anche in casa di Alleanza nazionale: Giampiero Cannella, commissario provinciale del partito e rappresentante della corrente "Destra protagonista" che faceva capo a Marzio Tricoli, farà l' assessore. Era designato dal partito e adesso è arrivata per lui la conferma: «Ho accettato - dice Cannella che è anche deputato nazionale - per seguire da vicino l' attività di questo ente dalle grandi prospettive». Al suo fianco in giunta ci sarà Filippo Cangemi (vicino alla "Destra sociale" di Guido Virzì) che conquista un posto nell' esecutivo provinciale dopo che per mesi il suo nome era stato inserito fra i nuovi innesti della giunta comunale. L' ultima grana per il presidente Musotto riguarda i suoi fedelissimi: quegli assessori, cioè, che lo hanno seguito dopo lo strappo da Forza Italia e che adesso chiedono la riconferma. Sicuri di una nuova esperienza a Palazzo Comitini sono Nicola Vernuccio, già delegato alla Sviluppo economico e all' Informazione, e Salvatore Sammartano, responsabile di Turismo, sport e spettacolo ma soprattutto «presidente ombra» tutte le volte che nelle scorse settimane, per impegni di campagna elettorale, Musotto è stato assente dalla Provincia. - MASSIMO LORELLO

sabato 7 giugno 2003

Repubblica — 08 marzo 2003   pagina 4   sezione: PALERMO

è l' assessore più «annunciato» della giunta Cammarata. Di lui si parla dalla scorsa estate, da quando Bartolo Sammartino fece flop col Festino di Santa Rosalia e portò il sindaco a rivelare, seppure ancora sottovoce, la volontà di fare un rimpasto. Il nome di Filippo Cangemi, avvocato in forza alla "Destra sociale" di Alleanza nazionale, saltò fuori insieme ad altri papabili. Oggi quei papabili fanno parte della nuova giunta ma Cangemi no, è rimasto al palo. Ancora per poco? «Io sono assolutamente sereno - chiarisce subito il politico che fa capo alla corrente di Guido Virzì - posso sopravvivere tranquillamente senza fare l' assessore». E qualora dovesse finalmente entrare nella squadra di Diego Cammarata, è già pronto a fissare alcune condizioni fondamentali. La più importante riguarda le deleghe: «Si diventa assessori per amministrare qualcosa, altrimenti è meglio restare a casa. Certo Bartolo Sammartino, ritardando le sue dimissioni dalla giunta, non ha reso un grande servizio al suo partito». L' attacco di Cangemi parte da lontano: «Quando gli fu tolta la delega alla Cultura, Bartolo non avrebbe dovuto accettare, non avrebbe dovuto dire che a lui quella bocciatura stava bene. In questo modo ha indebolito la posizione del partito, quella della sua corrente (guidata da Lo Porto, ndr) era già debole». Intanto tutto è rimasto fermo. «In questi giorni - assicura Cangemi - non ho mai preso il telefono per chiamare qualcuno che mi desse notizie sulla mia nomina ad assessore. Ma se, una volta chiamato da Cammarata, il sindaco non dovesse procedere a un rimpasto di giunta assicurandomi deleghe che abbiano un minimo di responsabilità, preferirei restare a casa. Guidai la Provincia quando Musotto venne arrestato, e non so quanti al posto mio avrebbero accettato di amministrare in una situazione così delicata. Figurarsi se accetterei l' incarico di assessore solo per fare passerella». A Cangemi, dunque, non bastano le deleghe allo Sport e alla Polizia municipale (senza il Traffico che è di Ceraulo). «Il rimpasto - tuona il suo capocorrente Virzì - è condizione necessaria per il nostro ingresso in giunta». Ma Cammarata per ora prende tempo, provocando l' irritazione del commissario provinciale di An, Giampiero Cannella: «Non ci sono alternative a Cangemi, se le cose dovessero andare troppo per le lunghe saremmo costretti a prendere provvedimenti». Cioè ad andare allo scontro aperto col sindaco. m. l.

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