PALERMO 12/05/2009 - Ormai, mancava così poco alla conclusione di questo mandato elettorale, difatti a Settembre 2009, alla scadenza dei quattro anni si sarebbe tornato a votare per il nuovo Consiglio. Pertanto tutto mi sarei aspettato tranne che il Presidente a seguito di un atto di sfiducia, si dimettesse non solo dal ruolo di Presidente del Consiglio dell’Ordine, ma addirittura si dimettesse anche dal ruolo di Consigliere, coinvolgendo in questa scelta altri tre Consiglieri.
Questo atto “forte”, seppur personalmente non condiviso, mi ha messo davanti ad una scelta sofferta, quella di dover accettare o meno la surroga a Consigliere, in quanto secondo dei non eletti, a meno di cento giorni dalla fine del mandato, con poco tempo di davanti e bruciando di fatto quattro anni. Altro motivo di perplessità, stava nella considerazione che questa surroga avveniva grazie alle dimissioni non di miei ex compagni di lista, ma addirittura di coloro che erano stati i miei avversari elettorali. Un ultimo momento di perplessità stava nel considerare che in questi quattro anni (quasi) si erano consolidate nuove maggioranze e molte delle scelte future erano di fatto già pianificate ed a questo punto, sarebbe stata ininfluente la mia presenza per questo breve tempo.
Tutte queste considerazioni, mi avrebbero portato fuori dal motivo principe che ha contraddistinto questi ultimi 16 anni di volontariato professionale all’Ordine, “Lo spirito di servizio per l’Ordine e per la professione, oltre all’orgoglio per l’essere Ingegneri”, più importante di qualunque personalismo e pertanto, la surroga dei consiglieri, sarebbe servita a smuovere l’Ordine da questa vacazio istituzionale ed avrebbe permesso la nomina di un nuovo Presidente per poter andare avanti ed affrontare gli importanti temi che affliggono oggi la nostra professione. Essere strumento di ciò, anche per un ora avrebbe comunque nobilitato la mia partecipazione anche nel rispetto di 504 persone che quattro anni fa mi avevano dato la loro fiducia.