giovedì 14 ottobre 2010

Caravaggio divide ancora i critici

(Vincenzo Prestigiacomo - Venerdì 15 Ottobre 2010 – La Sicilia)
Risulta solo in parte opera sua «Il martirio di Santa Caterina» esposto da domani a Palermo.Il dipinto potrebbe essere stato completato dal pittore siracusano Mario Minniti. Esperti a confronto a Palazzo dei Normanni

I misteri attorno a Caravaggio continuano. A distanza di quattrocento anni dalla morte, il pittore si diverte follemente a spaccare la critica d'arte internazionale. Oggi al centro di una disputa c'è «Il Martirio di Santa Caterina», un dipinto che si trova in un monastero di Zejtun, nel Sud di Malta, e potrà essere visibile da domani all'Oratorio S. Stefano Protomartire di piazza Monte di Pietà. All'artista lombardo, Palermo dedica anche un convegno internazionale di studi che si apre questa mattina alle ore 9 nella Sala Gialla di Palazzo dei Normanni. L'iniziativa è promossa da Extroart, in collaborazione con The Caravaggio Foundation, University of Malta, Studio Art Centers International e la Biblioteca Nazionale di Malta.
Tra i relatori del convegno, Roberta Lapucci, Keith Sciberras, Mauro Di Vito, Ludovico Gippetto, Alvise Spadaro, Anna Palagaotti, Sebastiano Tusa, Valeria Merlini, Renzo Botindari, Claudio Falcucci. Moderano il prof. Tommaso Romano e il rettore dell'Università di Palermo Roberto Lagalla.
Quel geniaccio di Michelangelo Merisi soleva dire «Io sono un orfano. Io sono un ubriacone. Io sono un assassino. Io sono… Caravaggio».
Fu a lungo trascurato e riscoperto soltanto nel Novecento; presente in tutti i principali musei del mondo, morto tragicamente ancora giovane, viene considerato il precursore e la cerniera di passaggio alla pittura moderna. I soggetti preferiti dal Caravaggio erano santi, mendicanti e prostitute. L'artista lavorò e visse per forgiare il suo genio artistico e sbloccare la propria natura sociopatica.
A causa della lunga fuga saltò da un posto all'altro: Roma, Napoli, Malta, Siracusa, Messina, Palermo. Nonostante fosse sempre inseguito dalla morte, riuscì a dipingere stupendi capolavori intrisi di un buio surreale, con spiragli di luce abbagliante.
Nella grande tela del «Martirio di Santa Caterina» Caravaggio avviò sicuramente l'opera. Poi dovette lasciarla al suo destino perché era sempre rincorso dalla giustizia, con una spada affilata sulla testa sostenuta da un esile crine di cavallo.
Nel «Martirio di Santa Caterina» gli studi più accreditati vedono sua opera il guerriero con armatura. Il resto della tela fa pensare molto a Mario Minniti, legato da forte amicizia con Caravaggio. I due si conobbero a Roma e da quel momento il siracusano diventò amico, collaboratore, copista e persino modello. Nel 1608 ospitò l'irrequieto artista in fuga da Malta ed è probabile che sia stato proprio lui a procurare al pittore lombardo alcuni contatti con la committenza religiosa e laica siciliana.
Anche le analisi diagnostiche effettuate sul dipinto «Martirio di Santa Caterina» distingono diverse mani e diverse pennellate. Appaiono tardivi i riferimenti alla scena della battaglia navale (1614) e lo stemma araldico con l'arme della famiglia La Moine.
Accanto alla tela del Seicento l'esposizione è arricchita da un'originale interpretazione in chiave contemporanea de «La cena in Emmaus» e da una copia realizzata dall'artista saccense Calogero Termini della famosa «Natività» trafugata dall'Oratorio di San Lorenzo il 17 ottobre 1969.
Spiega Ludovico Gippetto, direttore artistico di Extroart: «Quattro secoli dopo la morte del Caravaggio tentiamo ancora di comprendere le sue strabilianti doti pittoriche, interpretative e concettuali. Il convegno e la mostra, unico evento di respiro internazionale realizzato in Sicilia in occasione delle celebrazioni ufficiali che tutto il pianeta sta tributando a Caravaggio». Intanto si rivela efficace la battaglia «Wanted…presi per il verso giusto», un cofanetto che contiene 20 cartoline con le riproduzioni fotografiche di alcune opere importanti trafugate.

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