domenica 20 giugno 2010

I campioni si «sfornano» su quei tatami usurati

Dove si forgiano le medaglie e le grandi imprese sportive? In lussuose palestre piene di ogni comfort? Purtroppo il lettore e lo sportivo sa che non è così e la nostra storia non può fare eccezione. Quando trattiamo l'argomento dell'impiantistica sportiva in città, cala inesorabilmente una coltre di buoi, fittissimo, impenetrabile. Come se qualcuno lo avesse fatto di proposito. Come se qualcuno avesse pensato bene di non accendere mai i «riflettori». Tanto chi se ne importa... In città ci sono ben altri problemi: la disoccupazione, l'abusivismo, i senzacasa, i rifiuti. Lo sport puro interessa pochi e, soprattutto non porta consensi...
Ai buon intenditori... poche parole. Ma noi siamo imperterriti. Andiamo avanti con la nostra inchiesta sugli impianti ed accendiamo anche per dovere morale i riflettori sull'unico impianto che forse dalla
sua nascita non ha mai usufruito di lavori di ristrutturazione o di grandi manutenzioni.
Stiamo parlando della palestra di atletica pensate di Largo Partinico, a Borgo Nuovo. Impianto che «sforna» campioni, nella solitudine più pura, operando una funzione grandemente sociale in un quartiere che, certamente, non ha ricevuto le attenzioni riservate ad altre zone periferiche. A chi ha avuto la fortuna di visitarla, ne ha sempre ricevuto una sensazione di dignità, pulizia e tenerezza, nel vedere come l'amore di chi vuol fare sport, non si ferma davanti ad appelli disattesi di un tetto che lascia passare la pioggia, tanto da richiedere spesso l'ausilio del secchio nel campo di allenamento per convogliarne la raccolta.
Chi ha cercato certificazioni relative all'adeguamento alla legge 46/90 per gli impianti elettrici, si è visto guardare con quella espressione tipica di chi si chiede: «Ma di cosa stiamo parlando?».
Eppure tra, il muschio all'interno negli spigoli, causa infiltrazioni ed umidità, tra porte degli spogliatoi, rovinate nei telai in basso dalla ruggine, tra infissi scorrevoli in plexiglass sorretti da bastoni, a mo di sicurezza, tra materassini e tatami usurati, si fa sport, contro l'indifferenza delle amministrazioni che si sono succedute. Ci si ricorda di Borgo Nuovo, in occasione delle manifestazioni annuali in cui il Coni, che certamente si guarda bene dal partecipare ad una esternalizzazione di questo impianto, premia questi «marcantoni» a disagio nelle loro giacche ed a disagio tra griffate eccellenze di sport più ricchi. Ricordo che qualche mese fa, quando ci occupammo di questo impianto, incontrando l'allora referente tecnico per gli impianti sportivi, ingegnere Renzo Botindari - forse l'unico in questi anni ad aver visitato più volte l'impianto - nell'esternarci la sua predilezione per questa struttura dimenticata, faceva di tutto per attirare le attenzioni delle autorità sportive, rimanendo poi deluso poiché di questo impianto non esistono neanche le documentazioni tecniche, o perché un nulla osta dei Vigili del Fuoco fosse rimasto in sospeso, dimenticato per anni. L'unica speranza era riposta negli imminenti lavori a contratto aperto che avrebbero potuto dare una risposta alla gente che in questo impianto si allena, visto che in questo caso non ci sono neanche i numeri per poter parlare di operazioni di concambio servizi. Oggi, non solo non c'è più l'ingegnere, ma non ci sono più neanche le risorse, sembra dirottate sui continui lavori della piscina, per consentirne la proroga per l'agibilità delle tribune durante il pubblico spettacolo, o per qualche emergenza concerto al velodromo «Paolo Borsellino».
Certo, sono scelte strategiche che fa chi governa lo sport ed è proprietario dell'impianto, da parte nostra, anche solamente da sportivi...
Forse qualcuno dovrebbe vergognarsi, anzi come si dice dalle nostre parti, dovrebbe «mettersi una maschera»...”
(DA “LA SICILIA” DEL 19GIU2010 - di Antonio Fiasconaro)

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